“L’arte è o plagio o rivoluzione”, Paul Gauguin

art33Il Partito Democratico di Cannaregio dice no all’ipotesi, prospettata dall’attuale amministrazione comunale, di chiusura, accorpamento con altre istituzioni o di qualunque perdita di identità della Fondazione Bevilacqua La Masa.

I motivi: la Fondazione, come Opera Bevilacqua La Masa, esiste dal 1890. Ha formato una parte importantissima degli artisti della grande scuola novecentesca veneziana. Ha superato indenne i momenti più critici della nostra storia, da Caporetto all’8 settembre. Chiuderla per risparmiare 400 euro annui – a tanto ammonterebbe la spesa – rappresenterebbe una sconfitta storica. Oltre alla dimostrazione dell’incapacità da parte dell’attuale amministrazione nel tenere i conti, in condizioni incomparabilmente meno difficili di quelle che vennero affrontate in occasioni di guerre e armistizi.
Inoltre: l’arte deve essere indipendente dal potere politico. Numerose Biennali hanno rappresentato una voce critica per i governi in quel momento al potere. La Bevilacqua La Masa deve essere posta nelle condizioni di esprimere il proprio pensiero artistico e culturale a prescindere da chi occupa Ca’ Farsetti.

Certo, questa amministrazione ci ha già abituato all’indecisionismo in ambito culturale. Prima ritira i libri ritenuti pro gay dalle biblioteche e poi li rimette quasi tutti. Poi prospetta di vendere un Klimt (ma stiamo scherzando?). Quindi chiede schei a Elton John che è tra i maggiori contributori della salvaguardia di Venezia (che figura!!!). Quindi toglie il patrocinio alla mostra di Berengo Gardin sulle grandi navi (che però si tiene lo stesso….).

Insomma, sotto sotto confidiamo in una marcia indietro di questa amministrazione confusa e spaventata. E in fondo queste sparate buzzurre e grevi servono a ricordarci quale patrimonio di arte e cultura abbiamo a Venezia, e quale sia il nostro dovere di tutelarlo.

Per questo aderiamo totalmente al pensiero del capogruppo Andrea Ferrazzi sull’argomento, che riportiamo integralmente.

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“La questione centrale che si poneva con la soppressione della Fondazione Bevilacqua La Masa da parte del Sindaco e la successiva retromarcia è il tema dell’autonomia della produzione culturale rispetto al potere politico. Tema centrale e delicato. L’autorità pubblica può dare indirizzi, ma soprattutto deve salvaguardare lo spazio autonomo di chi attraverso la cultura anima il senso stesso di essere comunità. E non si dica che il problema era di risparmio di spesa: nulla c’entra in questo il Decreto Madia (che riguarda le Società) e la spesa per l’intero Cda mi risulta essere di circa 400 € all’anno, a fronte invece di consistenze sponsorizzazioni private che la stessa Fondazione si è procurata.

Ritengo che il Comune debba invece investire affinché la Fondazione sia sempre in linea con la volontà della Fondatrice: creare a Venezia un luogo di produzione culturale in particolare per i giovani artisti, come si fa già oggi con gli atelier, emancipato anche dalla tradizione accademica. Il Comune appoggi la Fondazione in questa Direzione: Venezia non solo scena, palcoscenico per la cultura ma animatrice di cultura. In continuità con la Venezia del novecento, crogiolo di avanguardie, come lo fu proprio il “Gruppo di Ca’ Pesaro”, dove i vari Martini, Rossi, Casorati, per citarne alcuni, nello “spazio” creato dalla Fondatrice Felicita Bevilacqua La Masa diedero vita a prospettive e ad opere straordinarie che hanno fatto la storia del secolo breve.”
Andrea Ferrazzi, Capogruppo PD nel Consiglio Comunale

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A pochi giorni dall’annuncio dell’assorbimento della Fondazione Bevilacqua La Masa da parte del Comune di Venezia – e a poche ore dalla concitata commissione consiliare – è d’obbligo una riflessione sull’importante ruolo giocato fino a oggi dallo storico ente sulla scacchiera della giovane arte contemporanea. Tenendo a mente le linee guida stabilite dalla sua fondatrice, la Bevilacqua La Masa ha saputo distinguersi per il sostegno agli artisti emergenti attraverso un programma di residenze – gli atelier – e di mostre – le collettive – ospitate nelle diverse sedi di cui dispone la Fondazione – Galleria di Piazza San Marco, Palazzetto Tito, Palazzo Carminati, il Chiostro di SS Cosma e Damiano. Dati alla mano, sono davvero numerosi gli artisti “transitati” per la Fondazione. E sono altrettanti quelli fra loro che hanno trovato nella Bevilacqua La Masa un buon trampolino di lancio per la propria carriera. Senza dimenticare che proprio la sede lagunare ha accolto, in passato, personalità del calibro di Arturo Martini, Emilio Vedova, Gino Rossi, Umberto Boccioni, Tommaso Marinetti, Tancredi, Guido Cadorin, Giuseppe Santomaso e Ugo Valeri.
da ArtTribune

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L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
(…)

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Costituzione Italiana, Articolo 33

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Fondamentalmente penso che la libertà non esista, a meno che non ce ne prendiamo cura e combattiamo per essa. Esiste solo se gli esseri umani la comprendono e la difendono. L’arte gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della democrazia e della libertà, poiché ci insegna ad espandere il nostro pensiero”.
Bob e Roberta Smith

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“(…) La verità è che l’arte è sempre contro il mondo, inteso come aggregato sociale. L’arte torna nel mondo, quando con questo termine si intenda quell’aggregato infinito di segni, sul quale l’artista lascerà un segno-traccia, che non ha nome, ha solo profondità. (…)”
Guido Strazza

 

 

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