Variazioni sullo (stesso) Tema?

di Marina Rodinò –

1922, quasi cento anni fa, il neonato partito fascista pur contando su un forte appoggio popolare ottenuto con l’uso di intimidazioni e discredito della classe politica, facendo leva sulla rabbia ed il disagio dell’Italia del dopo guerra, e dopo la Marcia su Roma, non ha i numeri in parlamento per formare il nuovo governo. Allarga la sua maggioranza ad esponenti dei liberali (tra cui Giolitti e Orlando), dei popolari ( la linea di De Gasperi, ma non Don Sturzo), ed i Democratici Sociali.

2019 cento anni dopo il nuovo schieramento populista dei 5 stelle con un forte appoggio popolare ottenuto con l’uso di promesse demagogiche e discredito della classe politica, facendo leva sulla rabbia ed il disagio dell’Italia in piena crisi economica e dopo una violenta campagna informativa sui social, non ha i numeri in parlamento per formare il nuovo governo e cerca di allargare la sua maggioranza invitando la Lega o il Partito Democratico.

Il senso dell’opportunità e della responsabilità portarono nel ‘22 gli esponenti di cui sopra a cercare di collaborare con il partito fascista, con l’idea di poter arginare una deriva autoritaria e per dare stabilità al paese…Tutti e tre questi gruppi politici furono estromessi dal governo nei mesi successivi, e tutto il nostro paese visse poi il ventennio fascista.

Quando l’altra sera alla radio ho ascoltato un politologo olandese, che analizzava la crisi dell’Europa a cui ci si doveva opporre e menzionava i casi gravi di populismo e deriva autoritaria quali quelli dell’Ungheria, della Polonia e dell’Italia, ho pensato alla nostra storia ed ho veramente sentito che questa questione come diceva Borges “del destino a cui piacciono le ripetizione ossia le varianti su uno stesso tema” è fatalmente reale.

Ascolto un’intervista su radio capital a Maurizio Martina Segretario Reggente del PD e non posso non pensare che il nostro ruolo deve essere d’alternativa a tutto questo contesto, perché ci sono valori di fondo da cui non possiamo scostarci (e poi “ad impossibilia nemo tenetur!”), pur prendendo atto degli errori commessi, ma senza distruggere le buone cose realizzate, dobbiamo ripartire dalla necessità di ristrutturarci e di portare avanti insieme una sana opposizione.

Discutiamo allora tra noi dell’Europa che deve essere nostro obbiettivo da difendere e costruire, riprendiamo a parlare delle periferie e dei contesti disagiati, del mezzogiorno che sicuramente non abbiamo rappresentato sufficientemente.

Partecipiamo insieme per costruire un progetto e per farlo non abbiamo timore ad uscire anche dalle sedi per dialogare con la gente.

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Ricominciamo parlando della nostra città e dei suoi abitanti; vi ricordo quindi di partecipare all’incontro sul Turismo di mercoledì 11 aprile alle 18,00, nella sede Mezzalira a Santa Sofia, aperto a tutti i nostri iscritti, elettori o solo curiosi.

 

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