Aiutarli a casa loro?

Indignazione 2 Rassegnazione mai!

Ho avuto il terrore ed il privilegio di vivere in un paese in guerra. Il terrore è dato dalla costante paura di non riuscire a tornare a casa la sera, dallo scoprire l’abilità nel distinguere il suono di un kalashnicov da quello di un mitra, dalla scoperta di cominciare ad assuefarsi alla vista della morte, di cominciare a diffidare del proprio vicino di casa. In parallelo ad un paese in ginocchio, dove la costante mancanza di energia elettrica ha condannato tutti alla cecità serale e le attività artigianali a sparire ( no luce, no motori anche se quelli miserrimi delle macchina da cucire, no produzione ) ecco che chi poteva cercava di emigrare: verso altri paesi Sudamericani, verso il Nord America, verso l’Europa, verso il Giappone. Chiunque avesse un avo con un obsoleto atto di nascita di altro paese provò a rivendicarne la cittadinanza, poi ci fu la pratica dei documenti falsi ( p.e. gli ecuadoriani erano esenti dal visto, ed allora tutti divennero tali, poi la stessa pratica si è avuta dopo l’ingresso della Romania nella UE) e poi tutta l’immigrazione clandestina, con 5000 dollari si riusciva ad avere un falso visto turistico attraverso reti di trafficanti, poi si doveva restituire tutto con pesanti tagli sugli introiti da badante, muratore, benzinaio o attività meno legali. Finalmente si poteva arrivare a risarcire con gli interessi il prestito ed allora iniziavano le rimesse. Ho visto famiglie trasformare le baracche, o poco più, dove vivevano in case degne di questo nome. Case con l’acqua, le fognature e l’elettricità.  Ho visto aprire pian piano botteghe, ristorantini, riattivarsi piccole attività artigianali. C’è stato nella comunità, dove vivevo, un aumento del lavoro, un maggiore investimento negli studi dei figli ( non è casuale che ci siano oggi ben due università) ed in generale il miglioramento delle condizioni di vita e pian piano un ritorno alla democrazia. Allora molti cominciarono a rientrare.

Ecco perchè mi causa particolare indignazione questa tassa dell’1,5% sui money trasfer che la lega ed i 5 stelle hanno approvato e che sarà operativa dal prossimo gennaio.

Saranno 60 milioni di euro (Avvenire)  all’anno sottratti a chi ne ha più bisogno, perché tra l’altro le popolazioni dei paesi più poveri vivono grazie alle rimesse dei loro famigliari emigrati. Questa tassa colpisce le transazioni finanziarie dai 10 euro in su verso i paesi fuori dell’Unione Europea. La misura non colpisce le transazione commerciali, quindi colpirà esclusivamente i migranti.  La misura non coinvolge la comunità rumena che è una delle più attive, ma i nativi del Bangladesh, delle Filippine, del Senegal, dell’India , del Marocco ..ovvero i paesi a basso reddito. Questi 60 milioni corrispondono a quanto perso per la scelta di detassare le sigarette elettroniche (Il Sole 24 Ore ) …

Oltre alla palese ingiustizia della scelta, (tra l’altro va detto che già le rimesse pagano commissioni alte agli intermediari, tra il 6 ed il 10 %), ovviamente si innescheranno percorsi più nascosti ed ancor meno controllabili rispetto alle zone d’ombra, peraltro già esistenti nel settore del Money trasfer.

Tutto questo sembra quasi una traduzione letterale del passo evangelico “ Ed a chi non ha, toglierò anche il poco che ha”.

Personalmente non posso accettarlo e mi domando, tanti nostri connazionali che si sentono così vicini ai gilet gialli francesi vessati dal loro governo, si sentono invece indifferenti a questa vessazione?

Cari nostri parlamentari del PD ma non potete fare qualcosa, per lo meno per sottolineare su questo punto la nostra contrarietà? Tra l’altro gli immigrati regolari già sono tassati in Italia, perché tassarli due volte sulle stesse entrate?  Non è possibile mettere in atto un sistema regolare attraverso le nostre banche che non abbia costi eccessivi?

Marina

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