Circolo e Territorio

di Marina Rodinò –

Ieri ho letto dell’assessore di Pisa Margherita Chiofalo che parlando del PD ha dichiarato che “Serviva l’organizzazione dei DS e la leggerezza della Margherita, invece abbiamo eliminato le sezioni spingendo le persone sui social”.

L’ho letta perché avevo ricevuto una telefonata da parte di una nostra iscritta che segnalava l’articolo in questione e non si sentiva in esso rappresentata, anzi, lei che dava molto valore al nostro circolo, avrebbe voluto trovare un mezzo per dire la sua ma non aveva la possibilità di essere intervistata,  ne tanto meno che le sue parole fossero riproposte  come una dichiarazione saggia e perentoria a tutti gli italiani via radio. Si perché quello che la compagna Margherita afferma è la sua opinione, nata sicuramente dalla sua esperienza personale, ma non è la “verità” assoluta che tanti militanti di tante sezioni provano.

Innanzi tutto pur riconoscendo il ruolo rilevante che Ds e Margherita hanno avuto nella fondazione del PD, vorrei sommessamente far notare che non tutti noi che ci sentiamo PD abbiamo avuto una storia di provenienza da questi due blocchi, come non l’avevamo neanche dal PCI e dalla DC di prima ancora. Questione questa legata all’età anagrafica per alcuni ed alla propria traiettoria culturale e personale per altri più vecchi.

E’ indubbiamente vero che siamo nella fase di dover ripensare al nostro partito e che i circoli sono espressione della sua crisi ma le ragioni sono a mio giudizio varie e molteplici. Per iniziare non sottovalutiamo l’aspetto economico; un tempo c’erano tanti iscritti, alta coscienza politica di contributo e non si pagavano affitti ed altre gabelle.
Sto seguendo la traiettoria di tanti Circoli qui nel veneziano che preferiscono riunirsi in locali diversi per non avere l’onere della spesa, che fanno difficoltà ad affrontare.

Poi però come elemento principale c’è la definizione di un circolo in un territorio; cosa deve fare? Come deve organizzarsi? Cosa deve proporre? Riusciamo una volta di più a guardare oltre la visione di quello che era il ruolo ed il funzionamento di una sezione PCI o DC degli anni passati per pensare a che vuol dire “essere testimoni territoriali del Partito Democratico” oggi nel nostro contesto?

Ed ancora che funzione ha il circolo rispetto al partito? Come definire con chiarezza i canali di comunicazione tra il territorio fino ai vertici massimi in questa catena che va dalla “sezione”, alle segreterie comunali e metropolitane e via via attraverso i nostri parlamentari fino in alto.

A volte alcuni iscritti hanno lamentato che non arriviamo a proporre nei livelli più elevati mozioni politiche per esplicitare cosa pensiamo (ma come utilizzare quei canali giusti che poi non lascino il nostro “foglietto” in un cassetto dimenticato generando ancor più senso di irrilevanza?).

A volte alcuni iscritti lamentano che nelle riunioni che realizziamo il livello degli interventi è estremamente intellettuale e complesso  e loro sentono di essere relegati a mere comparse nella scena, senza capire e senza avere poi il coraggio di dire la loro rispetto ad una ricerca di concretezza. ( come possiamo capire che l’allontanamento dalla gente passa anche per un linguaggio non attento a tutti?)

Alcuni sentono la necessità di essere presenti come “sensibilità politica”, ma altri pensano che lo sforzo è quello di sentirsi partito pur con tutte le pluralità e che la visibilità sia data dalla partecipazione più che della “corrente”. ( come andiamo oltre le divisioni interne?)

Alcuni partecipano in città a puntuali azioni organizzate da altri su problematiche locali e sentono che noi come Partito invece “non ci siamo”. ( come possiamo “esserci” incanalando le singole questioni movimentiste in un più ampio e partecipato programma politico soprattutto al livello locale?)

Alcuni sentono necessità di formazione e di partecipare alla costruzione dei vari contenuti dei programmi di partito ( sarà possibile costruire insieme proposte in modo il più vasto possibile, anche con l’ausilio di semplici elettori, senza ricevere documenti preconfezionati scritti da pochi e poco socializzati?)

Iniziamo a parlarne tra di noi, per il momento possiamo scrivere ed anche se la nostra pagina web non è una testata nazionale e non ci intervistano giornalisti di “grido”; la nostra parola vale uguale.

Ricordo a tutti che ci si vede mercoledì 11 aprile alle 18,00 per l’incontro sul Turismo con l’intervento di Pierpaolo Campostrini, Franco Migliorini e Monica Sambo.

Dopo la riunione vi chiederei di restare per un’altra mezz’ora per buttare giù un programma a breve termine per il nostro circolo, abbiamo già alcune proposte che vorremo confrontare con tutti ed ascoltarne altre se ci sono.

 

Lascia un commento