Il pericolo è sempre venuto da destra

di Marino Cortese –

Il 4 marzo io voterò PD, perchè è il partito cui sono iscritto fin dalla fondazione, e al quale intendo rimanere fedele nonostante in questi anni sia rimasto deluso da alcune scelte e abbia dissentito fortemente fin dall’inizio riguardo alla gestione  dell’attuale Segretario nazionale.

Le prossime sono “elezioni politiche”, cioè riguardano l’orientamento generale della politica nazionale per il prossimo futuro: la tutela dei valori democratici, lo sviluppo dei rappporti civili, la politica estera e la ricerca della pace, la politica economica e finanziaria, la politica sociale, l’istruzione e la cultura, e così via. Riguardo a questi temi occorre fare riferimento non tanto ai programmi e alle promesse elettorali, che valgono meno di niente, quanto alla credibilità delle forze politiche, a quanto hanno fatto in passato, alla base culturale e sociale del loro impegno. Se si riflette solo un momento alla storia del nostro Paese, possiamo intendere come il pericolo, tragico, per la crescita democratica e la diffusione del benessere, sia sempre venuto da destra, nelle variegate forme che questa realtà ha assunto in un secolo e mezzo di vita unitaria. Dalla tassa sul macinato alle assurde imprese coloniali, alla politica di potenza, alle due guerre mondiali, alla compressione della vita sociale e democratica, fino all’immane tragedia del fascismo. Con l’ultimo dopoguerra, grazie anche alla temperie post resistenziale, la Democrazia Cristiana, cui mi onoro di aver appartenuto finchè c’è stata, è riuscita a pilotare una stagione determinante per fare dell’Italia un paese moderno, democratico e infinitamente più giusto di prima. Ciò, a mio avviso, è stato possibile anche per la maturità e la tenuta democratica degli altri partiti costituzionali, compresi quelli di opposizione, in particolare il Partito Comunista, ma è stato anche il frutto di una scelta precisa e costante della D.C.: aver saputo ghettizzare la destra politica, separandola dalla destra economica, che invece è stata praticamente incorporata dalla D.C., che, pur venendone abbondantemente condizionata, l’ha saputa rendere funzionale ad una strategia di sviluppo democratico, secondo il disegno degasperiano prima, e moroteo poi.

Oggi l’illusione di  un bipolarismo  fantomatico, condito con la superficialità dilagante nei comportamenti politici, ha portato alla saldatura della destra economica con quella politica,  alla convergenza degli interessi delle classi privilegiate rappresentati da Berlusconi, con le componenti scioviniste e scamiciate di Meloni e Salvini. Questa saldatura è oggi il vero pericolo per l’Italia, l’avversario da battere con il nostro voto.

Tutto il resto è dettaglio, compresi i cinque stelle, che non fanno e non faranno storia, come non l’ha fatta Di Pietro, e come lui scompariranno, come tutti i partiti dei buoni, degli onesti, dei santi. Anche se possono, prima, fare danni molto seri. Il maggiore dei quali è la diseducazione della gente, con le panzane sulla democrazia diretta e il qualunquismo eretto a sistema.

Dettaglio sono anche i nomi inseriti nelle liste: a parte il fatto che quelli espressi dal P.D. mi sembrano mediamente migliori degli altri, non mi attarderei troppo sulla loro valutazione, perchè quel che conta, come ho cercato di dire, è la scelta di linea politica, la scelta di campo.

Marino Cortese

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