CARO Augias,
il sindaco di Venezia Brugnaro va e viene come l’acqua alta, ma di “altezza” non se ne vede molta nei suoi comportamenti. Il mese di agosto è stato horribilis. Prima twitta per solidarizzare con il cantante Mika a proposito di manifesti omofobi, poi si azzarda sul filo delle competenze per proibire nelle scuole del Comune 49 libri — poi ridotti a 2 ! — cosiddetti gender, che di solito non contengono materiale cosiddetto gender, semmai civiltà tout court. Infine alterca con Elton John a proposito di quei libri e poi dice no, poi sì o ni a un gay pride veneziano. Non so come, ma mi viene in mente l’applausometro usato da Tortora e la Pampanini in “Primo applauso” (1956) o lo scandaglio delle navi. A proposito di navi, “grandi navi” naturalmente, quelle che… si vede un grande parallelepipedo a strati galleggiare goffo e sovrastare piazza San Marco piccola piccola. Il sindaco si oppone anche ad una mostra che mostri tali mostri. Insomma un arsenale d’incongruenze. L’ex sindaco Orsoni avrà fatto qualche stupidaggine — questo esagera.
Antonio Costàno — Venezia
|
ALLA catena di gesti e parole inadeguate del sindaco Brugnaro si può aggiungere un altro anello, di notevole gravità. Ai primi di agosto ha ricordato un episodio di criminalità nazista del 1944, quando sette veneziani vennero fucilati innocenti con 500 cittadini obbligati ad assistere, i cadaveri sorvegliati da sentinelle per evitarne rimozione e seppellimento. Riporto parte del discorso. La presenza di locuzioni e grafia dialettali dipende dalla trascrizione dal nastro che non sarebbe stato facile ricondurre a un corretto italiano — è escluso ogni intento derisorio. Giudichi chi legge:
«Credere che dopo setant’ani si posa non si posa superare quelo che è stata di fato una guera civile è un erore. Siamo nel 2015. In questo momento esistono ancora le guere; esistono le guere comerciali che non sono meno cruenti (sic). Queste sono le nostre pestilense di ogi. Perché asieme ala lota partigiana ci sono stati eserciti di liberasione angloamericani che ci hanno aiutato. Una generasione che speso vive di ricordi, che anche si progia (sic) di fati eroici dei nostri noni. Ogi noi dobiamo insieme pensare qual è il progeto strategico che ci mete in competisione coi giaponesi, coi cinesi, coi turchi. La Serenisima era un luogo di integrasione ma non proprio buonista, non è che i piombi li ho inventati io, questa è la riva dei schiavoni; cioè una republica che ha sempre difeso la democrasia la libertà. Un grande omagio ale persone che sono morte non solo qua: purtropo sono morte in tanti posti: a Mirano, sono morti al fronte, sono venuti da tuta Italia sul Piave. Questa avete ragione è un luogo di integrasione ma è un’integrasione che adeso non ha più regole o forse ce ne sono trope: dobiamo sederci in altri tavoli, non è questo quelo giusto ».
Così, verbatim, l’uomo che dovrebbe guidare una delle più importanti città del mondo. Depreco il livello men che elementare; più ancora mi sgomenta l’incoerenza. |