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Pietas
La nonna e l'Edicola dei Mori |
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Innovazione sociale, cultura, sport,
ambiente e territorio |
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| ...sul finire dell’estate del ‘14 |
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Lapide Parrocchia Santi Apostoli, campo Santi Apostoli:
In tutto 33 giovani uomini e ragazzi, che hanno vissuto in questo nostro sestiere di Cannaregio, che hanno giocato e sono cresciuti in queste calli e campi, che hanno studiato, lavorato, sognato ed amato, proprio qui, dove oggi noi proseguiamo a vivere ed a immaginare la nostra città ed il nostro paese.
Non di tutti abbiamo trovato informazioni, di alcuni possiamo menzionare solo il nome, di altri abbiamo cercato di ricostruire i luoghi in cui morirono, però vogliamo ricordarli con voi; un pensiero al più giovane Luigi nato nel 1899 ed a Guglielmo morto in battaglia nel giorno del suo trentaduesimo compleanno.
Astolfi Angelo: ...
Bertoldini Ettore di Domenico: Soldato 5° reggimento artiglieria da fortezza, nato il 23 giugno 1886 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 9 Dicembre 1918 nell’ospedale da campo n.240 (Isonzo?) per malattia.
Bettello Antonio Camillo di Antonio: soldato 22° reggimento fanteria, nato il 21 luglio 1991 a Casale sul Sile, distretto militare di Treviso, morto il 3 dicembre (1915?) nella 16° sezione di sanità (Isonzo?) per ferite riportate in combattimento.
Callegari Angelo chiamato Antonio di Pietro: Decorato di medaglia d’argento al v.m. Tenente di complemento 1° reggimento genio, nato il 9 dicembre del 1896 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 27 ottobre 1918 sul Piave per ferite riportate in combattimento.
Casellari Giovanni di Antonio: soldato 57° reggimento fanteria, nato il 27 febbraio 1897 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 29 maggio 1917 nella 36° sezione di sanità (Monte Grappa?) per ferite riportate in combattimento.
Ciccon Guglielmo: ...
Cosma Federico di Arturo: tenente di complemento 116° reggimento fanteria, nato il 9 settembre 1880 a venezia, distretto militare di Venezia, morto il 10 settembre 1918 a Lonate per malattia.
Dal Lago Ascanio di Emilio: Caporale 158° reggimento fanteria, nato il 20 luglio 1886 a Verona, distretto militare di Verona, morto il 22 marzo 1918 in prigionia per malattia.
Dall’Omo Enea di Pietro: soldato 32° reggimento fanteria, nato il 6 novembre 1898 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 24 ottobre 1918 a Conco per infortunio per fatto di guerra.
Del Pero Francesco di Santino: carabiniere legione CC.RR. di Milano, nato il 13 febbraio 1892 a Pellestrina, distretto militare di Venezia, morto il 7 agosto 1916 sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento.
De Zorzi Francesco di Domenico: medaglia d’argento al V.M. sottotenete di complemento 118° reggimento fanteria, nato il 6 febbraio 1891 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 24 maggio 1917 sul Carso per ferite riportate in combattimento.
Donà Paride di Enrico: Marinaio Corpo Reale Equipaggio Marittimo nato il 6 giugno 1887 a Bardolino, capitaneria di porto di Venezia, morto il 20 aprile del 1918 a Savona per malattia.
Fasolato Riccardo di Cesare: Soldato reggimento Genova cavalleria, nato il 29 ottobre 1891 a Venezia, distretto di Venezia, morto il 15 settembre del 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento.
Favero Ernesto di Antonio: soldato 36° reggimento fanteria, nato l’11 ottobre 1887 a Caerano di San Marco, distretto militare di Treviso, morto il 10 febbraio 1918 in prigionia per malattia.
Fornasier Angelo di Dionisio: soldato 6° regimento di fanteria, nato il 22 settembre 1885 a Sernaglia, distretto militare di Treviso, morto il 18 agosto del 1915 nella conca di Plezzo per ferite riportate in combattimento.
Fort Alberto di Santo: caporale 1297° compagnia mitraglieri, nato il 26 dicembre 1897 a Venezia distretto militare di Venezia, disperso il 22 agosto 1917 (Isonzo?) sul campo in combattimento.
Fuser Gugliemo di Giuseppe: caporal maggiore 74° reggimento fanteria, nato il 13 novembre 1883 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 13 novembre 1915 in Oslavia per ferite riportate in combattimento.
Guillon Mangilli Edoardo ….
Manoni Giovanni di Pietro: caporale 8° reggimento da fortezza, nato il 16 agosto 1887 a venezia, distretto militare di Venezia, morto il 4 novembre 1918 a Venezia per malattia.
Marella Giuseppe di Giuseppe: Soldato 1° reggimento granatieri, nato il 9 febbraio 1896 a venezia, distretto militare di Venezia, morto il 17 settembre 1916 nell’ospedaletto da campo n.92 (Romans - Isonzo)per ferite riportate in combattimento.
Paleologo Oriundi Ottorino di Federico, decorato di medaglia d’argento e di due medaglie di bronzo al V.M. sottotenete M.T. 2° reggimento granatieri, nato il 22 marzo del 1891 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 13 agosto 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento.
Pendini Aldo di Vittorio, soldato 27° reggimento fanteria, nato il 16 luglio 1884 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 22 novembre 1915 ad Oslavia in combattimento.
Pinzoni Cesare di Antonio, Soldato 3° compagnia sussistenza, nato il 18 dicembre 1888 a venezia, distretto militare di Venezia, morto il 28 dicembre 1918 nell’ospedaletto da campo n. 63 (Turriaco – Gorizia) per malattia.
Ragno Antonio di Domenico, Sottotenente di complemento xxx reparto d’assalto, nato il 23 febbraio 1897 a Trani, distretto militare di Barletta, morto il 25 novembre 1917 sul Monte Grappa per ferite riportate in combattimento.
Semenzato Gino Giovanni …
Stefani Dante di Luigi, Soldato 28° reggimento fanteria, nato il 28 settembre 1885 a Cavarzere, distretto militare di Venezia, morto il 7 agosto 1916 sul medio Isonzo in combattimento.
Tacchini Giacomo di Antonio, Capitano di complemento 116° reggimento fanteria, nato il 19 novembre 1879 a Catania, distretto militare di Catania, morto il 27 marzo 1916 sul Podgora per ferite riportate in combattimento.
Tagliapietra Francesco di Giovanni, Soldato 158° reggimento fanteria, nato il 22 dicembre 1894 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 18 agosto 1915 nel settore di Tolmino in combattimento.
Talamini Giovanni di Giovanni, Caporal maggiore 3° reggimento fanteria, nato il 30 aprile 1893 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 29 giugno 1915 in Libia per malattia.
Talamini Luigi di Ferdinando, Soldato 163 reggimento fanteria, nato l’8 febbraio 1899 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 15 giugno 1918 sul Montello in combattimento.
Todesco Eugenio di Luigi, Sergente 3° battaglione volontari italiani, nato il 4 agosto 1892 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 18 dicembre 1915 in Libia per ferite riportate in combattimento.
Ventviol Luigi, ...
Zvanich Giovanni di Emilio, Soldato 231° reggimento fanteria, nato il 28 marzo 1899 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 17 novembre 1918 nell’ospedale da campo n. 0157 (Castello di Godego – Treviso) per malattia. |
C’è crisi economica e la città è disperata, manca il lavoro, il porto langue, si generano spontanei tumulti di donne e ragazzi, il 3 settembre qui a Cannaregio a Santa Fosca, il giorno dopo le donne assaltano Ca’Farsetti e poi altri tafferugli a San Luca ed in altri luoghi; i partiti non riescono a capire fin in fondo la disperazione dei veneziani e c’è una sorta di distacco tra la gente e la politica…. Chi può se ne va, il sindaco va a Roma per perorare la richiesta di prestiti eccezionali per fare fronte alle necessità della città … e poi dopo qualche mese l’Italia entra in guerra e cominciano ad arrivare alle famiglie le notifiche di tutti quei ragazzi morti al fronte e le bombe che arrivano anche in città.
Questa è Venezia durante la grande guerra, una storia che coinvolse tutte le nostre famiglie e che trascinò sulle montagne qui attorno ragazzi di tutta Italia, per la prima volta uniti … vogliamo a cento anni da quelle vicende, dedicare ogni settimana un po’ del nostro spazio per ricordare quel periodo, pronunciare i nomi di chi perse la vita e magari se riusciamo a ritrovare tra tutti noi memorie famigliari, anche piccoli frammenti, che ravvivino il sentimento di pietà e di riconoscenza, per chi un secolo fa visse questa storia tanto loro quanto nostra.
Ogni settimana pubblicheremo articoli, foto, ricordi di famiglia e soprattutto i nomi dei ragazzi che si trovano nelle lapidi commemorative di Cannaregio, non sappiamo se le famiglie ricordino e vivano ancora nel nostro sestiere o a Venezia, ma noi vogliamo comunque nominarli, un gruppo per volta, e se poi qualcuno sa qualcosa di loro ci farà piacere raccogliere le informazioni e condividerle tra tutti. |
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Per saperne di più abbiamo scelto un testo di una studiosa veneziana, la profesoressa Bruna Bianchi dell'Università Ca' Foscari, e l'abbiamo preparato in pdf per scaricarlo:
Venezia
nella
Grande guerra
ne raccomandiamo la lettura

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Nona incursione aerea su Venezia
nella notte del 24 ottobre 1915
Quattro velivoli austro-tedeschi gettano ventiquattro bombe su Venezia e colpiscono la chiesa degli Scalzi. Il prezioso affresco del Tiepolo distrutto. L’incursione ha inizio alle ore 22.15
Il nemico da tempo aveva cessato il suo accanimento su Venezia, e i cittadini potevano dormire i loro sonni tranquilli senza essere visitati dai poco graditi sparvieri.
….tanta poesia, tanta tranquillità non doveva a lungo regnare, in quella maestosa notte autunnale.
Qualche rumore di motore, molto lontano, assai ben noto, qualche razzo d’avviso solca lo spazio aereo, il sibilo lacerante della sirena si ripercuote ingrandito dall’eco delle calli e nei canali, mentre le altre sirene uniscono la loro voce lamentosamente.
Il cannone tuona il primo colpo ed altri ad intervalli, danno l’avviso che il nemico viene a profanare Venezia.
Tutti i posti di difesa sono all’erta, le vedette delle altane col fucile spianato e i mitraglieri pronti alle manovelle, attendono l’ordine per iniziare il fuoco.
Il rombo dei motori nemici si distingue più nettamente, a tratti, ad intervalli, ed il fuoco antiaereo incomincia.
Prima lento, poi sempre più possente, più fragoroso, mentre shrapnels e granate solcano il cielo in tutte le direzioni.
Il fuoco è diretto verso lo spazio aereo sopra la ferrovia, da dove gli sparvieri giungono accolti da un tiro infernale …..Uno scoppio fragoroso fa tremare la terra e scuotere le vetrate della città, seguito da altri ed altri ancora.
Sono le prime bombe che i nemici gettano sulla ferrovia: l’aria è pregna dell’odore di battaglia che da terra si combatte verso il cielo e dal cielo converge verso terra.
…..La chiesa degli Scalzi è colpita da una bomba esplosiva che sfonda il tetto e la fa rovinare: l’affresco, capolavoro del Tiepolo, viene completamente distrutto.
I velivoli nemici proseguono la loro corsa verso il centro della città, e le fiammate dei cannoni rischiarano il cielo con il lampi sanguigni … la bufera passa da un punto all’altro della città e le ultime bombe cadono verso Castello con sinistri boati.
Gli sparvieri nemici cannoneggianti, mitragliati dall’incessante fuoco della difesa, se ne vanno dalla parte opposta a quella da dove sono venuti, dirigendosi verso Treporti, ove gettano qualche altra bomba e verso il litorale di Chioggia.
….Qualche istante di silenzio poi le sirene danno il segnale di cessato pericolo.
Le luci azzurre ricompaiono, le strade si popolano, il pellegrinaggio nei luoghi colpiti incomincia.
Un risuonare di passi affrettati per le vie; sono moltitudini calme, oscure, ordinate, curiose, brullicanti nelle calli e sui ponti: tutti vogliono sapere, tutti vogliono vedere.
S’incamminano verso la ferrovia e la Chiesa degli Scalzi, facendo ressa al ponte della stazione, a stento trattenuti dai soldati e da agenti dell’ordine.
L’esacrazione per la distruzione della bella Chiesa, tanto amata di Veneziani, è generale, e il cuore più duro si commuove.
I nuovi venuti prendono il posto degli altri che se ne vanno in mesto pellegrinaggio verso altre località colpite; e così spunta l’alba nella città movimentata come in pieno giorno.
Una bomba incendiaria cadeva fra i binari della stazione ferroviaria senza danni.
Una bomba incendiaria in Calle Priuli a Cannaregio sfondava il tetto delle Arti Grafiche provocando un piccolo incendio.
Una bomba cadeva in acqua di fronte a Santa Chiara affondando una peata.
Una bomba incendiaria cadeva sul tetto della ex chiesa di San Leonardo sfondandolo e provocando un piccolo incendio.
Una bomba incendiaria cadeva in Campo San Polo, senza danni.
Una bomba incendiaria sfondava il tetto di una casa d’abitazione in corte dell’Orso a S. Marco producendo un piccolo incendio.
Una bomba incendiaria cadeva in Piazzetta S. marco di fronte al caffè Chioggia.
Una bomba incendiaria sfondava e incendiava il tetto di una casa d’abitazione in Calle degli Specchieri a S. Marco, producendo un piccolo incendio.
Altre bombe cadevano in acqua e nel bacino di S. Marco con gran fracasso e poco danno, sommergendo qualche natante |
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...sul finire dell’estate del ‘14 |
La lapide della Parrocchia di San Geremia
Continuiamo a trascrivere i nomi e a raccogliere brandelli di storia...
Altri 100 giovani caduti combattendo, per malattia, in prigionia, in affondamenti. Giovani uomini e ragazzi, che hanno anche loro vissuto in questo nostro sestiere di Cannaregio, che hanno giocato e sono cresciuti in queste calli e campi, che hanno studiato, lavorato, sognato ed amato, proprio qui, dove oggi noi proseguiamo a vivere ed a immaginare la nostra città ed il nostro paese.
Ambrosini Leopoldo di Giuseppe: Soldato 92° reggimento fanteria, nato il 15 aprile del 1890 a Boara Polesine distretto militare di Rovigo, morto il 20 settembre 1918 a Torino per malattia;
Armani Mario di Angelo: Soldato 241° reggimento fanteria, nato il 1 luglio 1898 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 28 settembre 1917 sul Carso per malattia;
Baroni Giuseppe di Antonio: Soldato 14° reggimento bersaglieri, nato il 28 febbraio 1883 a Venezia distretto militare di Venezia, morto l8 agosto 1916 nell’ospedale da campo n.150 per malattia;
Bassi sabino di Cosimo: sottotenente di complemento 58° reggimento di fanteria, nato il 19 gennaio del 1892 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 25 agosto del 1917 ad Arsiè per ferite riportate in combattimento;
Bedeschi Umberto di Benedetto: caporale del 70° reggimento fanteria, nato il 4 luglio 1886 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 10 giugno 1916 sul monte Novegno per ferite riportate in combattimento;
Bergagna Giovanni di Cipriano: Soldato 84° reggimento famnteria, nato il 12 luglio 1891 a Venezia, distretto militare di Venezia,morto il 23 aprile 1918 in prigionia per malattia;
Bernardi Luigi di Angelo: Sergente 259° reggimento fanteria, nato il 6 luglio 1890 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 3 giugno 1917 nell’ospedaletto da campo n.0132 per ferite riportate in combattimento;
Berti Luciano di Isadoro: Soldato 254° reggimento fanteria, nato l’11 agosto 1898 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 12 aprile 1918 in prigionia per malattia;
Bertotti Antonio di Pietro: Caporal maggiore 135° reggimento fanteria, nato il 29 gennaio 1888 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 14 luglio 1916 in Val Sugana per ferite riportate in combattimento;
Bertotti Gaetano di Pietro: decorato di medaglia di bronzo al V.M., Soldato 271° reggimento fanteria, nato il 4 gennaio 1895 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 27 agosto del 1917 sull’altipiano della bainsizza in combattimento;
Bordon Pietro di Achille: Soldato 13° reggimento bersaglieri, nato il 24 maggio 1899 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 23 giugno 1918 sul Piave in combattimento;
Borin Giacomo di Giuseppe: Soldato 127° reggimento fanteria, nato il 6 gennaio 1884 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 15 maggio 1917 sul medio Isonzo in combattimento;
Boscolo Mario di Pietro: Soldato 4° reggimento fanteria, nato il 16 ottobre 1896 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 27 giugno 1916 sul monte Colombara in combattimento;
Boscolo Carlo di Pietro: Soldato 71° reggimento fanteria, nato l’8 maggio 1890 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 28 novembre 1915 ad Oslavia in combattimento;
Bottesella Pietro di Angelo: caporal maggiore 42° reggimento fanteria, nato il 7 settembre 1893 a venezia, distretto militare di Venezia, morto il 25 luglio 1915 sul monte Nero per ferite riporate in combattimento;
Braidotti Luigi di Agostino: maggiore 34° reggimento fanteria, nato il 12 aprile 1895 a Verona, distretto militare di Verona, scomparso l’11 maggio 1913 in seguito ad affondamento di nave;
Caberlotto Vittorio di Ferdinando: Soldato 95° reggimento di fanteria, nato il 21 novembre 1898 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 16 giugno 1918 sul Montello per ferite riportate in combattimento;
Calderan Sante di Vincenzo: Caporale 129° reggimento batteria bombardieri, nato il 18 maggio 1889 a Mira, distretto militare di Venezia, morto il 16 settembre 1916 sul Carso per ferite riporate in combattimento;
Casarin Domenico di Giuseppe: Soldato 160° reggimento fanteria, nato il 5 maggio 1895 a Noale, distretto militare di Venezia, morto il 5 maggio 1916 nel settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento;
Cecchetto Antonio di Pietro: soldato 56° reggimento fanteria, nato il 19 aprile 1887 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 4 agosto 1916 sul carso per ferite riportate in combattimento;
Contarini Giuseppe:
Cortivo Angelo di Luigi: soldato 17° reggimento fanteria, nato l’8 agosto 1880 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 2 dicembre 1915 nell’ospedaletto da campo n. 11 per ferite riportate in combattimento;
Dabalà Giovanni di Gugliemo: Soldato 280° reggimento fanteria, nato il 30 marzo 1893 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 26 ottobre 1918 sul Piave per ferite riportate in combattimento;
Da Ponte Pietro di Giuseppe: Soldato 71° reggimento fanteria, nato il 14 agosto 1896 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto l’11 settembrte 1917 nell’ospedaletto da campo n.28 per ferite riportate in combattimento;
Dario Renzo di Luigi: Sottotenente di complemento 62° reggimento fanteria, nato il 13 marzo 1894 a Treviso, distretto militare di Treviso, morto il 9 aprile 1916 nella 6 sezione sanitaria per ferite riporate in combattimento;
Da Carli Mario di Antonio: Soldato 119° reggimento fanteria, nato il 1° maggio 1898 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 31 agosto 1917 sul medio Isonzo in combattimento;
De Faveri Giuseppe di Gaetano: Soldato 124° reggimento fanteria, nato il 27 gennaio 1882 a Farra di Soligo, distretto militare di Treviso, morto il 12 dicembre 1918 nell’ospedaletto da campo n.99 per malattia;
De Marchi Giuseppe di Domenico: Soldato 56° reggimento fanteria, nato il 30 novembre 1886 a a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 14 luglio 1916 nell’ospedaletto da campo 45 (Fiumicello-Udine) per ferite riportate in combattimento;
De Stefani Angelo di Evangelista: Caporal maggiore 35° reggimento ranteria, nato il 24 giugno 1887 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 21 novembre 1915 sul Podgora per ferite riportate in combattimento;
De Stefani Luigi di Evangelista: Soldato 25° reggimento fanteria, nato il 12 luglio 1895 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 28 ottobre 1915 nel settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento;
De Vei Giovanni di Pietro: Soldato 35° reggimento fanteria, nato il 22 luglio 1896 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 24 agosto 1917 sul Carso per ferite riportate in combattimento;
Ellero Massimiliano di Giovanni: Soldato 129° reggimento fanteria, nato il 9 aprile 1894 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 28 aprile 1917 nell’ospedale da campo n.221 (Manzano - Udine) per malattia;
Facchin Luigi: Soldato 55° reggimento fanteria, nato l’ 11 febbraio 1891 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 20 agosto 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento;
Fontanella Ernesto di Daniele: Soldato 56° reggimento fanteria, nato il 21 luglio 1885 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 2 aprile 1917 in val Padola in seguito a caduta di valanga;
Fuga Amedeo di Vittorio: Soldato Soldato Quartier Generale comando xxII Corpo D’Armata, nato il 25 marzo 1890 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 18 marzo 1919 nell’oispedaletto da campo n. 52 (Piano di Arta – Udine) per malattia;
Fuga Attilio di Valentino: Soldato 92° battaglione M.T., nato il 24 settembre 1879 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 6 ottobre 1918 a Bologna per malattia;
Galanti Bruno:
Gianolla Marco:
Goatin Angelo di Giuseppe: Sergente 71° reggimento fanteria, nato il 31 marzo 1892 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 24 novembre 1915 a Udine per ferite riportate in combattimento;
Gradara Umberto di Marco: Soldato 8° reggimento fanteria, nato il 12 agosto 1888 a Venezia, distretto militare di Venezia, scomparso in prigionia;
Guizzardi Antonio di Giovanni: caporale 8° reggimento artiglieria da fortezza, nato il 22 maggio 1897 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 28 gennaio 1917 a Ceggia per malattia;
Grandesso Ermenegildo di Giuseppe: Soldato deposito aeronautico, nato il 29 marzo 1893 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 22 agosto 1917 a Pisa in seguito ad incidente di volo;
Loter Attilio di Giuseppe: Soldato 228° reggimento fanteria, nato il 26 agosto 1892 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 29 giugno 1916 sul monte Colombara in combattimento.
Lupi Antonio di Giuseppe: Soldato 29° reggimento fanteria, nato il 18 ottobre 1895 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 14 agosto 1916 sul Carso in combattimento.
Malinverni Enrico:
Mario Giuseppe di Carlo: Sottotenete M.T. 149° reggimento fanteria, nato il 21 settembre 1891 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 15 giugno 1916 sull’altipiano di Asiago per ferite riportate in combattimento.
Mariuzzo Angelo di Giovanni: Soldato 97° reggimento fanteria, nato il 27 ottobre 1887 a Meolo, distretto militare di Venezia, disperso il 5 gennaio 1918 in prigionia per malattia.
Maschietto Giuseppe di Antonio: Caporale 8° reggimento genio, nato il 6 diembre 1897 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 25 novembre 1918 a Maddaloni per malattia.
Mattion Tullio di Domenico: maggiore in servizio attivo 73° reggimento fanteria, nato il 7 luglio 1879 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 6 novembre 1917 sul campo per ferite riportate in combattimento.
Mazzeri Angelo di Clemente: caporale 159° reggimento fanteria, nato il 21 febbraio 1889 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 19 ottobre 1915 sul campo per ferite riportate in combattimento.
Mazzeri Mario di Clemente: Soldato 89° reggimento fanteria, nato il 2 novembre 1895 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 22 luglio 1915 sul San Michele per ferite riportate in combattimento.
Mazzotti Giuseppe di Antonio: Soldato 11° reggimento fanteria, nato il 26 marzo 1894 a Cesena, distretto militare di Forlì, morto il 21 luglio 1915 nell’ospedaletto da campo n.104 ( Gorizia) per ferite riportate in combattimento.
Melloni Otello di Erminio: caporale 278° reggimento fanteria, nato il 4 giugno 1895 a Bologna, distretto militare di Bologna, morto il 28 agosto 1917 sul campo per ferite riportate in combattimento.
Merlo Gaetano di Giuseppe: Soldato 127° reggimento fanteria, nato il 14 agosto 1884 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 21 novembre 1915 sul medio Isonzo in combattimento.
Montagner Giuseppe di Vittorio: Sergente maggiore 251° reggimento fanteria, nato il 13 aprile 1988 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 15 giugno 1918 sul Monte Grappa per ferite riportate in combattimento.
Nart Eugenio di Andrea: Soldato 118° reggimento fanteria, nato il 7 aprile 1885 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto l’11 agosto 1916 a Roma per ferite riportate in combattimento.
Oranda Luigi di Giacomo: Soldato 56° reggimento fanteria, nato il 7 luglio del 1886 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 16 settembre 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento.
Ossi Ferruccio di Giovanni: Soldato 6° reggimento artiglieria da fortezza, nato il 21 aprile 1897 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 7 novembre 1918 a Belgioioso per malattia.
Panizzon Giuseppe di Cipriano: Soldato 47° reggimento fanteria, nato il 18 gennaio 1879 a Marano Vicentino, distretto militare di Vicenza, morto il 21 ottobre 1917 nell’ospedaletto da campo n 026 per ferite riportate in combattimento .
Peltrera Angelo di Giacomo: Soldato 8° reggimento bersaglieri, nato il 14 febbraio 1889 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 14 maggio 1917 nell’ospedale da campo n 040 per ferite riportate in combattimento .
Polon Dante.
Pontini Vittorio
Rampon Massimo di Angelo: Soldato 56° reggimento fanteria, nato il 30 gennaio del 1887 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 6 agosto 1916 sul Carso in combattimento.
Ravagnin Umberto di Giacomo: Soldato 71° reggimento fanteria, nato il 25 aprile 1890 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 28 novembre 1915 ad Oslavia in combattimento.
Reggiani Plinio
Rivoltella Mario
Rossi Giovanni
Rossetto Gaetano di Agostino: Caporale 2° reggimento artiglieria da fortezza, nato il 16 Luglio del 1889 a Zugliano, distretto militare di Vicenza, morto il 3 gennaio del 1919 a Rovigo per malattia.
Sartori Carlo di Domenico: caporal maggiore 130° reggimento fanteria, nato il 21 agosto 1892 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 14 marzo 1916 sul monte San Michele per ferite riportate in combattimento.
Scarpa Ferdinando di Domenico: caporal maggiore 130° reggimento fanteria, nato il 21 agosto 1892 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 14 marzo 1916 sul monte San Michele per ferite riportate in combattimento.
Serafini Umberto di Luigi: marinaio C.R.E.M, nato il 1 agosto 1882 a Venezia, capitaneria di porto di Venezia, morto il 16 ottobre 1918 a Napoli per malattia.
Siciliano Francesco di Francesco: Soldato 2° reggimento genio, nato il 5 novembre 1887 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 30 ottobre 1915 a Cividale del Friuli per ferite riportate in combattimento.
Spagnol Pietro di Ignazio: decorato con medaglia di bronzo al V.M. Soldato 272° reggimento fanteria, nato il 18 giugno 1897 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 27 agosto 1917 sull’altipiano della Bainsizza per ferite riportate in combattimento.
Stefani Gio Batta
Valentin Giuseppe
Valesin Umberto
Valesin Girolamo di Giuseppe: soldato 85° reggimento fanteria, nato il 27 luglio 1894 a Venezia, distretto militare di Venezia, disperso il 15 luglio del 1917 sul Carso in combattimento.
Vio Giovanni di Giuseppe: soldato 32° reggimento fanteria, nato il 25marzo 1891 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 17 agosto 1918 a Trapani per malattia.
Viviani Ettore di Emilio: soldato 1° reggimento fanteria, nato il 16 dicembre 1884 a Venezia, distretto militare di Veneziamorto il 14 novembre 1918 in Libia per malattia.
Zannini Armando
Zardinoni Alfredo di Marco: caporale 4° reggimento bersaglieri, nato il 7 agosto 1892 a Venezia, distretto militare di Venezia, morto il 10 giugno del 1917 a Sarcedo per malattia.
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La scuola e i profughi
Marina Menegazzo – Serena Rabitti
Poter riannodare i fili della memoria anche grazie alla scuola è una bella occasione, soprattutto se a farlo sono gli studenti.
Molti materiali scolastici, infatti, permettono di ritrovare le tracce del nostro passato e della storia del nostro Paese: leggere la “cronaca della scuola” compilata dai maestri nei Giornali di classe, o le prove degli alunni (dettati, temi, riassunti…), ci riconduce con immediatezza al tempo in cui sono stati prodotti. Ma pure l’esame di documenti burocratici, come registri generali o pagelle, oltre a far conoscere l’organizzazione scolastica di quegli anni, offre interessanti informazioni sul momento storico, sulla società, sul modo di vita.
Se a questa analisi poi partecipano gli alunni stessi, magari coinvolti in un gioco di immedesimazione con i coetanei di allora, anche la Storia diventa più vicina.
Tra i pochi registri conservati della ‘Regia Scuola Tecnica Sebastiano Caboto’, che aveva sede nel palazzo Pesaro-Papafava, in calle Racchetta, alcuni sono relativi agli anni della prima guerra mondiale (1915/16, 1916/17 e 1917/18).
Seguendo il percorso dei vari alunni iscritti nel 1915 in classe prima si possono ricavare diversi dati:
- la sezione e la composizione della classe (numero totale degli alunni, maschi e femmine, età al momento dell’iscrizione)
- le materie studiate e i voti riportati (le promozioni, le riparazioni a luglio e ottobre, le bocciature)
- le note disciplinari degli insegnanti
- la provenienza degli alunni
Ad esempio, risulta subito evidente la severa selezione cui erano sottoposti gli alunni: le 6 classi del primo anno (peraltro assai numerose: dai 29 ai 41 alunni per classe) si riducono in seconda a 4, più una sezione commerciale composta da soli 8 alunni. In terza le classi diventano 3 (più la commerciale di 5 alunni). In pratica, si tratta di una riduzione lineare di 1/3.
Ma sono i dati sui trasferimenti e abbandoni durante il terzo anno che raccontano con grande evidenza la drammatica situazione vissuta dalla popolazione veneziana in seguito alla sconfitta di Caporetto (ottobre 1917).
Temendo l’invasione austriaca della città, infatti, gli abitanti per due terzi abbandonarono le loro case e andarono profughi in zone lontane dal fronte: i più ospiti di parenti o amici, altri presso istituzioni pubbliche.
Ecco una tabella riassuntiva degli iscritti nel triennio 1915-18:
anno scolastico |
iscritti |
promossi |
trasferiti |
abbandonano |
1915/16 |
219
(nelle 6 classi prime) |
113 |
5 |
10 |
1916/17 |
141
(nelle 5 seconde) |
103 |
1 |
6 |
1917/18 |
130
(nelle 4 classi terze) |
22 |
72 |
31 |
I numeri dei trasferimenti e degli abbandoni nell’ultimo anno sono davvero espliciti.
Si tratta di ben 103 alunni su 130: è evidente che si tratta di una fuga improvvisa, avvenuta in conseguenza alla sconfitta di Caporetto. Tutti gli alunni, infatti, hanno pagato la prima rata delle tasse scolastiche (tra fine settembre e metà ottobre) per poi andarsene subito dopo: mancano infatti i voti fin dal primo trimestre.
Per i 72 trasferiti ad altra scuola, è interessante registrare la destinazione: per la maggior parte si tratta di città lontane dalla guerra, in gran parte al centro-sud e sul versante tirrenico.
Alessandria (1), Ancona (2), Arezzo (1), Assisi (1), Asti (1), Biella (1), Bologna (2), Borgo S. Donnino (1), Carmagnola (1), Castellamare di Stabia (1), Chieri (1), Como (1), Ferrara (2), Firenze (4), Forlì (1), Gallipoli (1), Genova (4), La Spezia (4), Lecco (2), Legnago (2), Livorno (4), Milano (3), Montevarchi (1), Napoli (2), Pescia (1), Piacenza (1), Pisa (1), Pistoia (2), Porto Maurizio (Imperia) (1), Prato (1), Reggio Emilia (1), Rimini (4), Roma (6), Rovigo (1), Sanremo (1), Sarno (1), Sarzana (1), Terni (1), Torino (2), Trani (1), Viareggio (2).
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Palazzo Pesaro Papafava
già sede della
"Regia Scuola Tecnica Sebastiano Caboto" |
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a cura di Serena Rabitti
Trentottesima incursione aerea nella notte del 26-27 febbraio 1918
Venezia bombardata ininterrottamente per otto ore da cinquanta (?) velivoli austro-tedeschi, che gettano sulla città circa trecento bombe. Il bombardamento ha inizio alle ore 22 e termina alle ore 6. San Marco protesse Venezia perché vi fu un solo morto e due donne ferite.
Nel limpido cielo stellato occhieggia sorridente la luna che nella completa pienezza espande copiosamente i suoi raggi, avvolgendo la città del sogno.
Regna ovunque il silenzio e la tranquillità, ma la notte troppo bella e di massima visibilità tiene i cuori in apprensione.
“Per l’aria, buona guardia,“ e il richiamo, ingrandito dall’eco, erompe nello spazio ripetuto da terrazza a terrazza, si ripercuote passando sopra tetti, cupole, calli, ‘campi’ e canali, girando tutta la città.
La popolazione rimasta, assai diminuita dall’esodo di molti, è rassegnata a qualsiasi evento.
I rifugi, aumentati di numero e resi più sicuri e pratici dal Comando in Capo e dal Comune, sono sempre pronti a ricoverare in caso di allarme tutti coloro che si sentono malsicuri nelle proprie abitazioni.
Mentre i due Mori di San Marco battono i dieci rintocchi, la luce vien tolta e l’ululato poderoso, lacerante di una sirena erompe nell’aria.
Il movimento in Canal Grande si arresta; i vaporini si attraccano e si serrano uno contro l’altro ai più prossimi pontili d’approdo, spegnendo i fanali, mentre le gondole abbandonate, nereggiano presso le rive e in folla fra i pali di ormeggio.
Non un tuffo di remi nei canali, né il richiamo dei gondolieri; ogni segno di vita umana si è dileguato, è scomparso e la città sembra vuota e più grande in quella solitudine, in quel silenzio.
In quella tranquillità fittizia, ad un tratto si percepisce la presenza di una nuova vita misteriosa, possente, nel crescere e cupo rombare dei motori aerei.
Venezia è pronta a qualsiasi sacrificio e saprà contenersi in modo degno, dimostrando agli austro-tedeschi l’inutilità di tante distruzioni; la sorte della città e dei suoi abitanti è rimessa nella giustizia divina e nella fede in San Marco suo patrono. (…)
Le prime bombe cadono sull’abitato, scoppiando spaventosamente, innalzando verso il cielo grandi fiammate unite a denso fumo e scintille.
Gli scoppi sono seguiti dalla caduta di tegole; sono muri che si aprono e franano con sordo rotolio, vetri che s’infrangono, calcinacci e frammenti di pietra proiettati all’intorno dall’esplosione, travature che cedono e cadono unendosi in un groviglio spaventoso con gli arredamenti, il mobilio, gli utensili e tutto ciò che può formare un’abitazione al completo, vanto delle famiglie, sogno d’innamorati, orgoglio e letizia di proprietari e di inquilini.
I velivoli giungono a gruppi di quattro o cinque per volta, gettano il loro carico sulle località prefisse nettamente visibili nella piena luce lunare, mentre il rombare dei loro possenti motori si ode a grande distanza.
Qualche velivolo passa fra la luna e un posto di osservazione, disegnando per un attimo la sua forma rigida che sembra minuscola; ma il tiro precisato delle artiglierie, lo tormenta, lo insegue, lo avvolge in spire di fuoco e di piombo.
Suona mezzanotte e l’intensità dell’attacco non accenna a diminuire, perché nuovi aerei nemici sopraggiungono, rimpiazzando gli altri che se ne vanno dopo aver gettato sulla città tutto il loro carico.
(…)
Spaventosi boati si susseguono; Venezia è colpita in tutte le sue parrocchie, specialmente attorno a S. Marco.
In Rio Terrà San Leonardo, due bombe colpiscono un gruppo di case, perforandole e demolendole nell’esplosione.
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29 novembre 2014
Scuola nuova di Santa Maria della Misericordia
Il 29 novembre del 1914, nella sala grande al pianterreno della Scuola nuova di Santa Maria della Misericordia, Cesare Battisti tenne in serata un’affollatissima conferenza organizzata dall’associazione Trento e Trieste.
"(...) dal giugno 1914 al maggio 1915 Venezia visse una situazione di costante mobilitazione. Oltre agli episodi già descritti, tra le manifestazioni più imponenti va ricordata quella del 29 novembre quando alla palestra della Società Reyer, presenti circa 2.000 persone, si tenne il comizio di Cesare Battisti al termine del quale si verificarono gravi incidenti conclusisi con l'arresto di sei manifestanti".
Originario di Trento, socialista e deputato alla Dieta del Tirolo, dopo l’attentato di Sarajevo aveva scritto un appello a re Vittorio Emanuele III, chiedendo l’intervento dell’Italia nella guerra contro l’Austria.
La sua battaglia interventista era condotta da sinistra, dall’ottobre aveva dato inizio a una lunga serie di conferenze che aveva toccato molte città italiane e piccoli paesi.
Arruolatosi con il grado di tenente fu fatto prigioniero sul monte Corno, sull’altopiano di Asiago, insieme all’istriano di nascita Fabio Filzi.
Condotti davanti alla corte marziale austriaca furono condannati a morte per impiccagione, la sentenza fu eseguita il 12 luglio 1916 nel Castello del Buon Consiglio di Trento. |
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Ciàcole
Luni ze 'nda da
Marti parché el ghe diga a
Mercore che'l vaga zo da
Zioba che'l marcia zo da
Venere che'l vaga dirghe a
Sabo che
Domenga ze festa |
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