Prodotto scaduto, prodotto della fame…

Passando vicino ad uno dei 7 supermercati che troviamo sparsi per Cannaregio, la mattina fra le 7 e le 8 troviamo accumulati i rifiuti per la loro eliminazione da parte del normale servizio di asporto.

In realtà questa quotidiana incombenza è alterata da due  distinte popolazioni (fra quelle visibili): le magoghe (gabbiani reali) e gli umani (si avete letto bene, umani).

Sulle fame delle magoghe e sul loro distruggere sacchi della spazzatura e spargere “scoasse” per le calli, già ne abbiamo parlato, ed è sicuramente un problema per il “decoro” della città.

Ma sulla fame degli umani, no. Non l’avevo mai incontrata a Cannaregio (non in questo modo, almeno) prima di ieri, e dopo un primo momento di stupore, sono tornato indietro ed ho scattato la foto che vedete e che ho alterato per rispetto dei miei simili.

Un gruppo di donne stava cercando fra i rifiuti accumulati dal supermercato di San Felice (prima Standa, poi Billa, poi CONAD ed oggi COOP).

Ho guardato, cercando di carpire chi erano, da dove venivano, cosa cercavano. L’unica cosa che ho compreso è che stavano accumulando bottiglie di pomodoro, confezioni di caffè ed altri prodotti che probabilmente erano stati eliminati come scaduti.

E allora mi sono reso conto che anche qui a Cannaregio, a lato dei banchi di prodotti biologici, degli ortaggi di Sant’Erasmo, del pesce fresco del banco alle Guglie, dell’alimentazione vegana, delle polpette della “Vedova”, dei cicchetti del “Timon”, dei ricercati piatti di “Rioba”, o dei prodotti senza glutine, senza colesterolo, senza grassi e senza sapore che vendono anche nelle nostre Farmacie, c’è un altro prodotto di moda: il prodotto scaduto.

Prodotto scaduto, prodotto della fame; sì, probabilmente quella fame vera che non abbiamo mai conosciuto.

Questo è un problema politico.

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