Non confondiamo i cocai con le magoghe

di Giuseppe Cherubini

I cocai corrispondono ai gabbiani comuni, quei gabbiani piccoli e gentili, dalla forma a barchetta quando nuotano, il becco sottile rosso carminio, di solito ritratti nelle cartoline quando sono avvolti dalla nebbia appollaiati sopra le paline davanti a Piazza San Marco. Sono i gabbiani dei Fratelli Righeira, quelli che ritornano in città quando l’estate sta finendo. A febbraio e marzo, dopo aver mutato le penne della testa esibendo un cappuccio marrone scuro, ripartono per i quartieri riproduttivi dell’Europa centro-settentrionale. Generalmente non danno fastidio a nessuno.

L’estate sta finendo – Fratelli Righeira – 1985

Gabbiano Reale o Magoga
Gabbiano Reale o Magoga

Le magoghe, invece, sono i più robusti gabbiani reali, grandi e massicci, con l’occhio vigile e il becco possente giallo vivo con una macchia rossa all’apice. Frequentano la città tutto l’anno, ma è soprattutto in primavera ed estate che fanno maggiormente sentire la loro presenza con grida e schiamazzi a tutte le ore del giorno e della notte.
Sono quest’ultime che sono passate agli onori della cronaca per l’atteggiamento sempre più aggressivo nei confronti di cittadini e turisti in Piazza San Marco, in molte altre parti della città e perfino al Cimitero di San Michele.
Ma cosa è successo? Le magoghe sono improvvisamente impazzite?


In realtà si tratta di un fenomeno che è andato progressivamente aumentando ormai ad alcuni anni ed è legato alla nidificazione delle magoghe sui tetti della città, fenomeno comune alla maggior parte delle città costiere italiane (ad esempio Trieste, Genova, Roma e Napoli). Le città costituiscono un ambiente ideale per il Gabbiano reale, ricche di posti sicuri per la nidificazione (i tetti), prive di predatori naturali, ma soprattutto dove il cibo è abbondantissimo e sempre a disposizione.
I gabbiani, infatti, sono noti come gli spazzini del mare, non sono cioè dei predatori specializzati (anche se qualche volta, con un po’ di difficoltà, riescono a catturare qualche piccione in buona salute), ma riescono ad approfittare di qualsiasi tipo di rifiuto organico abbandonato. Rispetto al cibo, la Città di Venezia considerata dal punto di vista delle magoghe è il Paradiso in Terra.
Ormai si può stimare in alcune centinaia il numero di coppie di gabbiani reali che hanno scelto i tetti di Venezia e l’Isola di San Michele per nidificare.
Gli inconvenienti maggiori si hanno in giugno e in luglio, quando i pulcini, anche solo dopo qualche giorno di vita, lasciano il nido scorrazzando per i tetti e chiedendo con insistenza sempre più cibo ai loro genitori.
Dobbiamo convivere con tutto ciò?
Assolutamente no, anche perché non si tratta solo di atteggiamenti aggressivi, ma anche di danni dovuti allo spostamento delle tegole e all’intasamento delle grondaie, di sporcizia causata dalla rottura dei sacchetti dell’immondizia, di disagi di varia natura connessi agli schiamazzi prodotti.
Dobbiamo però essere consapevoli che la strada per risolvere i problemi di convivenza con le magoghe sarà lunga e difficile e dovrà essere basata su un approccio multiplo, perché come dimostrano i tentativi di Veritas all’Isola di San Michele è molto difficile tenere lontani degli esseri viventi da quello che loro giudicano il Paradiso.

Gabbiano Reale o Magoga
                          Gabbiano Reale o Magoga
Bisogna cercare di invertire i fattori, trasformando il Paradiso almeno in un Purgatorio. Se una città offre enormi quantità di cibo agli animali selvatici che si nutrono di rifiuti, qualche problema da risolvere evidentemente c’è.
Ad esempio riducendo drasticamente le fonti di cibo, attraverso un controllo rigoroso dello smaltimento dei rifiuti organici da parte degli esercizi commerciali: ristoranti, mense, supermercati, banchi del pesce, mercati, introducendo per queste tipologie di esercizi commerciali metodologie di raccolta dei rifiuti che non diano alcuna possibilità ai gabbiani di intromettersi. Anche la gestione dei rifiuti urbani di origine civile andrebbe gestita con maggiore attenzione e maggiori controlli, ad esempio impedendo il conferimento dei rifiuti nei pressi di rive e campi aperti, e facendo rispettare in modo rigoroso gli orari già previsti dal regolamento comunale.
Una seria campagna di informazione sugli inconvenienti legati agli sprechi alimentari e alla cattiva gestione dei rifiuti organici potrebbe essere d’aiuto, così come un frequente svuotamento dei cestini e un controllo del commercio abusivo di granaglie in Piazza San Marco e nelle altre aree sensibili. La città, così come la nostra casa, va tenuta pulita anche per evitare di condividerla con fastidiosi ospiti.
Chissà che la soluzione di un problema concreto, ma tutto sommato limitato seppur fastidioso, come quello delle magoghe, non possa essere di stimolo per mettere in atto comportamenti e strategie generali per incrementare la pulizia, la tutela e il rispetto della nostra straordinaria città.
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