Ho visto un altro film

Ho visto un altro film

Capita, talvolta, di parlare con qualcuno di un film visto. E di accorgersi, parlandone, che ciascuno ha visto – o ha creduto di vedere – un film diverso.

Per la prima volta, negli ultimi dieci anni, non mi sono proposto per presiedere il/la congresso/convenzione (ma che bisogno c’era di scimmiottare gli americani?) del Circolo del PD di Cannaregio. So bene che la benevolenza dei partecipanti nelle precedenti occasioni derivava dalla convinzione che io fossi persona equilibrata e, soprattutto, priva di ambizioni personali: mi è già capitato di vedermi assegnare incarichi di rappresentanza privi di qualsiasi peso politico. Forse qualcuno si ricorderà di quando fui indicato come coordinatore del comitato per la creazione del PD e, naturalmente, non preso in considerazione come possibile segretario del neonato Circolo. Poco male, non ci tenevo, mi ritenevo, già allora, solo un vecchio signore di quella cultura liberale poco amata (e poco conosciuta) dagli eredi di PCI e DC.

L’altro sabato ho, perciò, voluto osservare l’assemblea da una posizione defilata; leggendo alcuni commenti mi è sorto il sospetto di aver visto un altro film. Ma è certamente colpa mia se non riuscivo a riconoscere molte facce; si sa, l’età indebolisce la memoria, anche quella visiva. Sì, qualcuno ho riconosciuto: mi ricordavo che si trattava di persone che mai avevano aderito al PD (e che dichiarano che non voteranno mai PD, e non l’hanno votato anche quando segretario era Bersani) e che, improvvisamente, avevano sentito l’impellente necessità di farlo proprio ora. Dovevano aver sentito il richiamo della partecipazione politica; bella cosa, ma, allora, perché tanta fretta di votare prima che si aprisse la discussione? Uno di loro, a me sconosciuto, un signore dall’aria civilissima, mi ha spiegato – dopo avermi chiesto, con tono un po’ canzonatorio ”Mi ha mai visto alle riunioni?”- che si era iscritto per dare una mano a quelli che vogliono cacciare Renzi. Intento legittimo, s’intende; e se Renzi rivincesse? Lo vedrei ancora – sarebbe la seconda volta – alle nostre assemblee? Quella degna persona, poi, per ribadire la sua avversione a Renzi, non ha saputo che riesumare la storia della visita ad Arcore: un sindaco per incontrare il Presidente del Consiglio avrebbe fatto meglio ad andare a Palazzo Chigi, indubbiamente. E la “cena della crostata” di D’Alema e Berlusconi a casa Letta? La “location” è poi così importante? Le caricature è meglio lasciarle a Crozza.

Sono un convinto relativista e, perciò, ho un numero limitato di princìpi etici; tra questi uno dei più radicati è la lealtà. Quando, molti anni fa, il mio partito di allora, il PRI, decise di non aderire all’alleanza dei Progressisti (la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto) me ne andai. Avrei potuto restare, mi erano state fatte alcune offerte di incarichi e non ero ancora tanto vecchio da non ritenerle allettanti. Avrei potuto votare per i Progressisti – il voto è segreto – e mantenere le posizioni nel partito. No, non sarebbe stato leale. Non rinnovai la tessera. Anni dopo, iscrittomi ai DS, espressi la mia contrarietà alla – tormentata – decisione di sostenere la candidatura a Sindaco del magistrato mio omonimo, ma, ciononostante, votai per Casson sia al primo che al secondo turno. Per lealtà.  Per un principio etico che superava la mia convinzione che Casson non sarebbe stato un buon sindaco. E, sabato, ho votato un documento presentato da Sandro Moro – che, notoriamente, ha posizioni diverse dalle mie – perché ne condividevo i contenuti; votare contro, solo per segnalare una scelta di schieramento, sarebbe stato sleale. Innanzitutto verso me stesso.

Se fosse Orlando – persona degnissima e ottimo ministro – il prossimo segretario, io resterei nel PD. Non faccio certo colpa ad Orlando di aver votato, da ministro, tutti i provvedimenti proposti dal governo Renzi. Posso dire che mi meraviglia l’adesione alla sua candidatura di molti che, quei provvedimenti, hanno avversato? E se alcuni sostenitori di Orlando dovessero decidere, in caso di vittoria di Renzi, di seguire Bersani, Speranza, Rossi, portandosi dietro parte degli iscritti dell’ultima ora? Sarebbe un atto di lealtà? Sinceramente io non ho visto un grande desiderio di partecipazione, ma solo una pulsione di rivincita; ma forse guardavo un altro schermo. A una certa età ci si può confondere.

Cino Casson

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