Per modernizzare il Paese

di Laura Puppini –

Prima di tutto voglio dire che sono iscritta al PD da poco più di un anno, anche se prima avevo  sempre votato per questo partito. Mi ha spinto la campagna pesante contro il segretario, reo di aver voluto modernizzare questo Paese. Ho votato sì al referendum costituzionale perché abolire il Senato avrebbe sveltito l’iter legislativo e contemporaneamente realizzato un risparmio  di denaro pubblico, come l’abolizione del  carrozzone CNEL e delle province.

Ho sempre votato usando la mia testa, non lasciando che simpatie o antipatie modificassero il mio voto, ma pensando sempre al bene del Paese.

In questo periodo, ho ascoltato le varie promesse elettorali, alcune delle quali del tutto incoerenti e irrealizzabili. Siamo in Europa e ci sono delle regole da osservare. Non tener conto del debito pubblico accumulato in questi ultimi trent’anni è del tutto irrazionale.

Noi stiamo uscendo da una delle più gravi crisi economiche del dopoguerra e questo è anche merito dell’attuale governo.

Molte cose sono state fatte dall’attuale governo: gli 80 euro per le retribuzioni inferiori a 1500 euro, un milione di nuovi posti di lavoro grazie al tanto vituperato Jobs Act, il bonus bebè, l’eliminazione dell’IMU e della TASI sulla prima casa, l’istituzione del bonus giovani coppie per ristrutturazione e acquisto arredi, la lotta all’evasione fiscale (se tutti pagassimo le tasse, noi che le paghiamo pagheremmo di meno), la riduzione dell’IRES e dell’IRI e altre innovazioni per aiutare le imprese a crescere ed aumentare i posti di lavoro, la legge sulle unioni civili, il “dopo di noi”.

Questo e molto altro è quello che é stato fatto da  chi ci ha governato finora.

Certo molto resta ancora da fare, soprattutto per i giovani, ma si deve andare nella direzione già avviata non proponendo programmi faraonici e irrealizzabili.

Ho letto con attenzione le proposte del PD: il programma mi sembra fattibile e concreto. Ne evidenzio solo alcune che mi hanno colpito, fermo restando l’impegno a ridurre il debito pubblico in dieci anni: sono previste misure per contrastare in modo strutturale la povertà con l’ampliamento del reddito d’inclusione, per le famiglie con figli, per chi necessita di badanti, per le imprese per ridurre il cuneo contributivo, per rendere il lavoro a tempo indeterminato più vantaggioso, e per ulteriori riduzioni dell’IRES e dell’IRI. Il tutto per uno sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Un Paese che deve sentirsi orgoglioso di sé, conscio di essere tra le maggiori potenze mondiali.

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