Essere Socialisti e Democratici oggi in Europa

Incontro con Gianni Pittella
Presidente Gruppo Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo

Venerdì 24 novembre una serata d’eccezione al circolo del PD Mezzalira. Un ospite importante Gianni Pittella, importante non per il suo ruolo di capogruppo dei Socialisti e Democratici del parlamento europeo, ma per le cose che ci ha raccontato, per come le ha raccontate e perché è riuscito a farci volare alto..abbiamo provato orgoglio a far parte di questo partito ed abbiamo trovato il bandolo di una partecipazione che spesso ci confonde.

Chi è stato ieri sera in Circolo ha goduto di due ore di buona politica e tutta di sinistra. Abbiamo avuto una visione d’insieme di questa nostra Europa. Visione che ci ha fatto veramente relativizzare le piccole storie locali, che non sono nulla rispetto alle sfide che ci sono fuori da questa nostra limitata e parziale dimensione.

Catalogna, Brexit, la situazione attuale in Germania, ci siamo ritrovati a ragionare, ad ascoltare ed a mettere insieme dati ed informazioni. Per esempio avere chiaro che per la Brexit la posizione dei Socialisti europei, come conditio sine qua non per trattare le condizioni di separazione si basa sui seguenti tre punti:

  1. Garanzie dei diritti dei cittadini europei in Gran Bretagna (circa 4 milioni) e dei britannici in Europa (circa 800 mila) , reciprocità e garanzie per tutti.
  2. Il problema della frontiera tra l’Eire e Irlanda del Nord, dove tutti ricordiamo tensioni pronte per’altro a riemergere.
  3. Stabilire quanto la GB deve dare alla UE in base ad impegni pregressi contratti (l’immagine di chi lascia una casa in affitto senza pagare le bollette di luce e gas relative al suo consumo ci sembra chiarissima!)

Stabilite queste condizioni bisognerà poi definire i rapporti tra noi e loro…per esempio libertà di circolazione delle merci, ma anche delle persone.

Parlando della situazione Tedesca e del difficile equilibrio da trovare per poter governare, la visione anche qui è chiara, va riconosciuto che la Merkel si è giocata elettori per non cavalcare populismi e paura, ed ora sarebbe possibile solo provare nuovamente una coalizione con i Social democratici. Questa unione come Socialisti e Democratici non ci piace e non l’auspichiamo, ma come europeisti purtroppo, l’unica soluzione è tenere la barra insieme.

Poi c’è questa Europa che è ricca di identità linguistiche e culturali, ma che deve stare insieme e seguire le regole delle costituzioni nazionali, diverso è il processo delle autonomie che responsabilizza è risalta la governabilità locale, ma sempre all’interno degli stati nazionali.

Uno spunto anche su Macron, buon europeista, con cui si può dialogare sull’Europa, ma liberale con cui i Socialisti e Democratici non hanno molto in comune per il resto, non ultimo il tema dell’accoglienza dei migranti e del controllo gestito al livello comune dei flussi migratori, con il superamento del trattato di Dublino.

Il tema dell’immigrazione al centro degli interventi, dove i punti chiave sono la gestione dei flussi, da fare con i trattati dei paesi di provenienza, con l’organizzazione di campi di accoglienza nei paesi del nord Africa gestiti dalle Nazioni Unite e dall’Unione Africana, perché non è accettabile la violazione dei diritti. Ma tutto questo va accompagnato da investimenti nei paesi d’origine, non fatti con visione assistenzialista neo colonialista, ma per sostenere lo sviluppo, alla base  del quale è determinante l’educazione e la formazione. Va considerata poi la differenza tra aventi diritto d’asilo ed i rifugiati economici.

Per questi ultimi i Socialisti e Democratici europei sono a favore di una politica di visti legale e programmata in base anche alle necessità e possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro in Europa.

La paura genera chiusura e rifiuto, ma noi qui siamo a crescita zero, e questo sarà alla lunga un problema sociale. Comunque solo difendendo il nostro welfare, potremmo ridurre questa percezione di insicurezza che genera un arroccamento verso posizioni populiste e di destra.

L’Italia negli ultimi anni ha stabilito la non applicazione del piano di stabilità, decisione che ha dato più risorse al nostro governo (circa 30 miliardi in più l’anno) . La nostra essenza è quella di adattare le regole davanti alle situazioni che cambiano. La politica non  può applicare i numeri ragionieristicamente.

Non dobbiamo usare l’austerità ma dobbiamo piuttosto recuperare fondi  per poter investire nella spesa sociale, nell’educazione, nella formazione che sono alla base della coesione sociale e della competitività.

Dobbiamo pensare non al Fiscal Compact ma ad un ministero del tesoro con bilancio comunitario, inoltre va superata l’attuale sistema di gestione intergovernativo (siamo 28 stati membri) e si deve arrivare ad un sistema parlamentarizzato ed a maggioranza (pensiamo che attualmente le regole di distribuzione  dei flussi dei migranti sono bloccate dal veto di 4 stati su 28!!!!).

Dobbiamo recuperare fondi e per noi Socialisti e Democratici si può fare tassando le transazioni finanziarie; tassando inoltre i giganti del web,  che hanno tutti i nostri dati, condizionano le nostre vite e non pagano tasse.

Poi parliamo anche della Carbon tax (tassa sull’emissione anidride carbonica).

Questa Europa non è fatta di banche e finanza, ma di gente, di umanità.

Ci stiamo operando per la revisione direttiva dei lavoratori distaccati, vale a dire uguale trattamento economico ovunque in Europa. Per l’assicurazione dei disoccupati giovani. Dobbiamo intervenire nei processi tecnologici che sono importanti, ma che hanno prodotto disoccupazione; chi ha difeso questi lavoratori?

Noi come socialisti e democratici non possiamo non puntare a ridurre la disoccupazione, a dare speranza ai giovani, dare a tutti dignità di vita, combattere le discriminazione e lottare per ampliare e garantire i livelli di educazione ed istruzione. Dall’Europa il nostro ragionare è passato all’Italia dove alcune misure prese al livello economico vanno sicuramente rivisitate  parliamo per esempio della revisione dell’IMU, degli appoggi economici non a pioggia  ma mirati, della necessità di abbassare il limite dei pagamenti in contanti oggi fissato a tremila euro. Poi raccontiamo anche di Venezia e si intravede la possibilità di far giungere tramite il gruppo dei Socialisti e Democratici un dossier al Parlamento Europeo.

Siamo in una fase di declino, che però non è irreversibile, il mondo spinto dall’insicurezza e la paura va verso la destra, ma proprio per questo dobbiamo avere una visione ampia e non farci limitare da conflitti interni che portano verso l’autodistruzione.

Ora domenica 26 novembre alle 15,30 Congresso del nostro Circolo  per la nomina del nuovo segretario comunale.

Venite  e costruiamo insieme questo momento formale e la nostra presenza in questo sestiere, questa città e questo continente.

Marina

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